sabato 24 maggio 2014

Gran offensiva imperiale: i “generali” mediatici contro Venezuela / Gran ofensiva imperial: Los "generales" mediáticos contra Venezuela


*Stella Calloni 
L’impero ha lanciato la maggiore offensiva mediatica negli ultimi mesi, perché non si tratta ormai di manipolare l’informazione, una delle armi fondamentali contro l’insorgenza, ma dell’assoluta distorsione dei fatti diffusi dalla rete mondiale di mezzi che controlla il Pentagono, in una prova di preparazione per una guerra cibernetica, con un effetto paralizzante globale, superiore a quello che può causare una conflagrazione nucleare.

Venezuela e Ucraina (anche se non sono solo questi i paesi) in questo momento sono delle nazioni vittime di questa brutale prova mediatica in cui i “generali” non si vestono con la divisa, né sono al centro del conflitto, ma sono comodamente seduti nelle poltrone di comando nei dispacci dei grandi mezzi di comunicazione di massa del mondo, che in un 97% sono controllati dal potere egemonico.

Non c’è nessuna popolazione nel mondo che non sia colpita dalla perversa guerra psicologica che si avvia sotto il comando militare, fatta dai potenti imprenditori dei mezzi e dai loro soldati di turno.

Sotto l’effetto delle cosiddette Operazioni d’Informazione (OI), destinate alla manipolazione globale dell’opinione pubblica, che nei codici militari sono indicate come “l’obiettivo ad influire, destabilizzare, e corrompere per manipolare il comportamento umano”, (così lo descrive la Pubblicazione Congiunta 3-18 del Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti), si è arrivati ad un massimo livello d’azione.

Queste Operazioni sono destinate precisamente a danneggiare tutti i sistemi informativi dell’avversario, in questo caso di quei paesi con governi che in un maggiore o minore grado scappano dal controllo del Grande Fratello, utilizzano per questo tutti i tipi di rumori, bugie, accuse circa argomenti falsi che possono occupare rapidamente i segmenti informativi.

Si fa enfasi nella ripetizione e nell’ampiezza della portata di questo azionare nell’opinione delle persone a cui si rivolgono i loro scopi, estranee alla loro condizione robotizzata e inoltre, senza poter avere nessuna altra fonte a livello massivo per contrastare queste informazioni.

Nel marzo scorso il Collegio di Guerra degli Stati Uniti ha affermato che per queste attività informative la Casa Bianca usa, a volte senza successo, ditte private e specialisti in precetti di mercato-tecnologia e che l’obiettivo delle azioni di disinformazione e dell’incremento dell’invio delle Truppe Speciali a diversi luoghi del mondo, come lo stanno facendo gli Stati Uniti, è destinato ad appoggiare e mantenere la cosiddetta Guerra non  Convenzionale. 

Tramite la stessa si raggiungono gli obiettivi strategici di Washington e si tratta, inoltre, di “invertire le percezioni e gli atteggiamenti negativi delle altre nazioni o dei gruppi verso gli Stati Uniti”, come indica l’analista Roberto Garcia Hernandez (Prensa Latina, marzo, 2004) nella sua informazione sull’istallazione delle Forze Speciali nel mondo.

In Venezuela a quasi tre mesi dall’inizio delle azioni golpiste (12 febbraio di questo anno), non si è potuto concretare il golpe, né il riscontro interno, che è stato l’obiettivo primario, né l’uscita dell’esercito sulla strada e davanti a questa situazione, dopo aver utilizzato diverse fasi, Washington ha mandato le sue truppe, le sue “forze di operazioni speciali mediatiche” con l’ordine di mantenere lo schema golpista al prezzo che sia necessario.

Allo spiegamento recente delle loro “forze mediatiche” a Caracas, come il peruviano Mario Vargas Llosa, e una serie di rappresentanti delle ONG controllate dalla CIA, alcuni dei quali sono legislatori nei diversi paesi di America Latina, per “solidarizzarsi” con le proteste degli studenti che già da tempo non esistono nel Venezuela, si è allegata la “relazione” di Human Rights Watch (HRH) in cui accusa il governo, vittima del golpe, di decine di attentati terroristi e di “violazione dei diritti umani”.

Usando questa falsa organizzazione dei Diritti Umani, il cui intervento compie sempre l’obiettivo di aprire la strada a rovesciamenti di governo e interventi nei paesi che Washington decide attaccare od invadere, si assicurava una campagna intensa con dichiarazioni dei loro inviati a Caracas e la diffusione assicurata delle menzogne in tutte le loro reti che hanno sotto controllo.

In queste versioni le vittime sono i colpevoli, i paramilitari incendiari ed i franco tiratori sono studenti, i mezzi di comunicazione che attaccano in forma violenta, denigrano il governo e partecipano attivamente nel golpe, sono “vittime” della “assenza di libertà di espressione”.

E’ questo di cui parlano adesso i giornali come “Clarin”, “La Nacion” ed altri in Argentina ed in diversi paesi della regione, che insieme alle potenti agenzie di notizie congiunte alla rete fascista della disinformazione, fanno diventare la “stampa” una vera arma di distruzione di massa.

Lo sforzo realizzato dal governo del Presidente Nicolas Maduro, per non rispondere alle costanti provocazioni dei gruppi perfettamente addestrati per avviare azioni contro-insorgenti di combattimenti “limitati”, vuol dire attentati terroristi e azioni per creare il caos, la sua decisione di convocare un dialogo per la pace in marzo scorso, ha messo gli Stati Uniti in una situazione difficile e il peggio per Washington è che ha anche diviso l’opposizione venezuelana.

Per questa ragione hanno deciso di passare alla terza fase del golpe, con una serie di assassinati “selettivi”, specialmente contro i dirigenti, consiglieri popolari e ufficiali delle Forze Armate Bolivariane, tra di loro uno della scorta presidenziale, ciò che dimostra che stanno realizzando azioni che sono ogni volta sempre più terroriste, che sono difficili da mostrare al mondo come “proteste pacifiche degli studenti”.

E tutto ciò in questo momento in cui il governo ha incarcerato più della metà di un centinaio di stranieri vincolati alle azioni violente, ciò che assomiglia ai mercenari degli “eserciti privati” di questi tempi.

C’era bisogno di un montaggio della stampa e mostrare il panorama come uno specchio inverso. Perciò è stata imprescindibile la partecipazione di Josè Miguel Vivanco, direttore di HRW per America, che firma la relazione contro il Venezuela, ed ha partecipato in altre tentativi di golpe in  questo paese ed ha rapporti con alcune dittature del passato.


UNA COSA DA RICORDARE

Sono tanti i paesi dell’America Latina e del mondo vittime delle azioni dell’HRW. Vale ricordare che il 30 aprile 2009, il Tribunale che indagava in Bolivia il tentativo di uccidere il Presidente Evo Morales ed altri funzionari del governo, a carico di un gruppo di mercenari stranieri, diretti dal boliviano-ungaro Eduardo Rozsa Flores, ha identificato Hugo Acha Melgar, rappresentante di Human Rights, come complice degli stessi.

Il procuratore Marcelo Sosa, direttore delle ricerche, ha identificato Acha Melgar (di soprannome  Superman) insieme ad Alejandro Melgar come integranti e finanziatori del complotto. Acha dagli Stati Uniti ha rifiutato queste accuse, ma ha riconosciuto che è stato in diverse riunioni con Rozsa Flores, il capo del gruppo terrorista.

Ha anche detto che entro agosto e settembre, quando si è realizzato il tentativo di golpista dei potenti settori economici della cosiddetta Mezza Luna boliviana: Santa Cruz, Pando, Beni e Tarija, che è cominciato con l’incendio di palazzi, più di cento in poche ore e dopo con sabotaggi petrolieri, Human Rights non ha avuto scrupoli ad accusare Morales di violazione dei diritti umani e dell’assassinio degli indefesi contadini in una strada maestra di Pando.

Però una Commissione di Ricerca dei fatti, che ha inviato l’Unasur, ha comprovato che l’assassinio e le torture di 20 contadini simpatizzanti con Evo Morales ed un numero simile di scomparsi, sono stati perpetrati da poliziotti e paramilitari dell’opposizione, con la partecipazione del sindaco del luogo, il golpista Leopoldo Fernandez. Vale la pena conoscere la vera traiettoria di questa “organizzazione umanitaria”.

*famosa giornalista argentina, collaboratrice di Prensa Latina


Gran ofensiva imperial: Los "generales" mediáticos contra Venezuela

Por Stella Calloni *

Buenos Aires (PL) El imperio desató en estos últimos meses la mayor ofensiva mediática que registre la historia.
Ya no se trata de manipular la información, una de las armas contrainsurgentes básicas, sino de la absoluta distorsión de los hechos difundidos por la red mundial de medios que controla el Pentágono, en un ensayo premonitorio de una guerra cibernética, con un efecto paralizador global, superior a lo que puede causar una conflagración nuclear.
Venezuela y Ucrania (aunque no sólo estos países) en estos momentos son naciones víctimas de este brutal ensayo mediático en que los "generales" no visten uniforme, ni están en el centro del conflicto, sino en cómodos sillones de comando en los despachos de los grandes medios de comunicación masiva del mundo, que en un 97 por ciento controla el poder hegemónico.

No hay ninguna población en el mundo que no esté acribillada por la perversa guerra sicológica que se despliega bajo mandato militar, ejecutada por los poderosos empresarios de medios y sus soldados de turno.

Bajo el efecto de las llamadas Operaciones de Información (OI), destinadas a la manipulación global de la opinión pública, que en los códigos militares es señalada como el "objetivo a influir, desestabilizar, corromper para manejar el comportamiento humano", tal como describe la Publicación Conjunta 3-13 del Departamento de Defensa de Estados Unidos, se ha llegado a un máximo nivel de acción.

Precisamente estas Operaciones (OI) están destinadas a afectar todos los sistemas informativos del adversario -en este caso los países con gobiernos que en mayor o menor grado escapen al control del Gran Hermano, utilizando para ellos todo tipo de rumores, mentiras, acusaciones sobre argumentos falsos que pueden rápidamente arrasar los segmentos informativos.

Se hace hincapié en la repetición y amplitud de alcance de este accionar en la opinión de las personas a las que se dirigen sus baterías, ajenas a su condición robotizada y además sin poder tener ninguna otra fuente de nivel masivo para contrastar esas informaciones.

En marzo pasado el Colegio de Guerra de Estados Unidos aseguró que para esas actividades informativas la Casa Blanca utiliza -a veces sin éxito- firmas privadas y especialistas en preceptos de mercadotecnia y que el objetivo de las acciones de desinformación y el incremento del envío de Tropas Especiales a diversos lugares del mundo, como lo está haciendo Estados Unidos, se encuentra destinado a apoyar y mantener la llamada Guerra No Convencional.

Mediante esta se contribuye al logro de los objetivos estratégicos de Washington, y además se trata "de revertir las percepciones y actitudes negativas de otras naciones o grupos hacia Estados Unidos", como señala el analista Roberto García Hernández (Prensa Latina, marzo 2014) en su informe sobre la instalación de Fuerzas Especiales en el mundo.

En Venezuela a casi tres meses del comienzo de las acciones golpistas (12 de febrero de este año), no se ha podido concretar el golpe, ni el enfrentamiento interno, que fue el objetivo primario, ni la salida del ejército a las calles y ante esta situación, después de haber utilizado distintas fases, Washington ha mandado su tropa de choque, sus "fuerzas de operaciones especiales mediáticas" con la orden de mantener el esquema golpista al precio que sea.

Al desplazamiento reciente de sus "fuerzas de choque" mediáticas a Caracas, como el peruano Mario Vargas Llosa, y una serie de representantes de ONGs controladas por la CIA, algunos de los cuales son legisladores en diversos países de América Latina, para "solidarizarse" con las protestas estudiantiles que hace tiempo ya no existen en Venezuela, se unió el "informe" de Human Rights Watch (HRH) acusando al gobierno víctima del golpismo y de decenas de atentados terroristas, de "violación a los derechos humanos".

Usando a esta falsa organización de Derechos Humanos cuya intervención siempre cumple con el objetivo de abrir el camino a golpes e intervenciones en los países que Washington decide golpear o invadir, se aseguraba una campaña intensa con declaraciones de sus enviados a Caracas y la difusión asegurada en todas sus redes bajo control, de la historia al revés.

En esas versiones las víctimas son los victimarios, los paramilitares incendiarios y francotiradores son estudiantes, los medios que atacan en forma violenta, denigran al gobierno y participan activamente en el golpe, son "víctimas" de la "ausencia de libertad de expresión".

Eso es lo que dicen por estas horas periódicos como Clarín, La Nación y otros en Argentina, y en diversos países de la región, que junto a poderosas agencias de noticias unidas a la red fascista de la desinformación, convierte a la "prensa" en un verdadera arma de destrucción masiva.

El esfuerzo realizado por el gobierno del presidente Nicolás Maduro, de no responder a las constantes provocaciones de grupos perfectamente adiestrados para acciones contrainsurgentes de combates "limitados" -es decir de atentados terroristas y acciones para sembrar el caos- y su decisión de convocar a un diálogo por la paz en marzo pasado, puso a Estados Unidos contra las cuerdas y lo más grave para Washington, dividió a la oposición venezolana.

Por esta razón se decidió pasar a la tercera fase del golpismo con una serie de asesinatos "selectivos" especialmente contra dirigentes, concejales populares y oficiales de las Fuerzas Armadas Bolivarianas, entre ellos uno de la escolta presidencial, lo que muestra una actividad cada vez más terrorista, difícil de mostrar al mundo como "protestas pacificas estudiantiles".

Esto en momentos en que el gobierno ha detenido a más de medio centenar de extranjeros vinculados a las acciones violentas, lo más parecido a los mercenarios de los "ejércitos privados" de estos tiempos.

Se necesitaba un montaje de prensa y mostrar el panorama como un espejo invertido. Por eso fue imprescindible la actuación de José Miguel Vivanco, director de HRW para América, que firma el informe contra Venezuela, quien ya ha intervenido en otros intentos golpistas en ese país y por sus lazos con algunas dictaduras del pasado.

ALGUNOS PASOS DE HRW EN VENEZUELA

HRW apoyó el golpe de Estado contra el expresidente Hugo Chávez en abril de 2002, y nada dijo sobre los hechos violentos ni las víctimas que produjo la oposición entonces.

En 2003 estuvo al frente de una campaña internacional junto a otra ONG de la CIA, como es Reporteros Sin Fronteras, contra la Ley de Responsabilidad Social en Radio y Televisión, dictada en defensa del derecho a la información de todo el pueblo venezolano.

Su actuación en 2004, cuando montó una dura campaña de calumnias para impedir que Chávez ganara el referendo de agosto de ese año, lo que no logró, provocó que diversos medios sacaran a relucir datos de Vivanco, en sus lazos con la CIA estadounidense, sus permanentes ataques contra Cuba, además de sus apariciones con los grupos terroristas cubano-estadounidenses de Miami.

El 19 de septiembre de 2008, el mismo Vivanco junto con el subdirector regional de HRW, Daniel Wilkinson, fueron expulsados de Venezuela, donde estaban actuando "respondiendo a intereses vinculados y financiados por las agencias de Estados Unidos", como señala un comunicado oficial de la cancillería venezolana firmado por el entonces canciller Nicolás Maduro.

Hablando con Venezolana de Televisión, Maduro explicó entonces que Vivanco, de "manera abusiva y grosera presentó una rueda de prensa, donde vilipendió a las instituciones de la democracia venezolana e hirió la dignidad de un pueblo", después de ingresar como "turista" en el país.

El informe de 267 páginas producido por Vivanco se titulaba: "Una década de Chávez. Intolerancia política y oportunidades perdidas para el progreso de los derechos humanos en Venezuela" y sus conclusiones -sin pruebas- fueron consideradas como "violatorias de las leyes locales, agresión contra las instituciones de la democracia venezolana", inmiscuyéndose ilegalmente en los asuntos internos del país, por lo cual en base a la Constitución nacional ambos fueron expulsados.

Se les acusó de estar financiados por las agencias del gobierno de los Estados Unidos que "tras el ropaje de defensores de los Derechos Humanos, despliegan una estrategia de agresión inaceptable para nuestro pueblo".

En julio de 2012 HWR intervino activamente pata golpear la campaña electoral del gobierno de Hugo Chávez Frías para las elecciones que finalmente ganó el líder bolivariano en octubre. En su informe en esos momentos sostuvo que "la situación de derechos humanos y libertad de expresión en Venezuela había empeorado desde 2008", debido a una serie de medidas que han contribuido a la "concentración y abuso de poder" del gobierno del presidente Hugo Chávez.

"La acumulación de poder en el Ejecutivo, la eliminación de las salvaguardas institucionales y la erosión de las garantías de los derechos humanos han dado al gobierno de Chávez carta blanca para intimidar, censurar y procesar a venezolanos que critican al presidente o frustran su agenda política".

No era eso lo que pensaban las mayorías populares altamente favorecidas y cuidadas por el gobierno de Chávez en Venezuela, cuando este había dado ejemplo de solidaridad y generosidad a todo el mundo.

Mientras los medios opositores venezolanos estaban detrás de todos los intentos golpistas, que siempre continuaron en ese país, Vivanco continuó acusando al gobierno de Chávez. Ahora también en 2014, antes del último informe, hubo otra abierta intromisión en los asuntos internos de Venezuela cuando "repudió" la detención de Leopoldo López, de Voluntad Popular, organismo político que tiene financiamiento y apoyo externo.

Este dirigente opositor inició la etapa de violencia al frente de un sector de estudiantes y de grupos de choque que incendiaron, destruyeron, mataron en los primeros momentos del 12 de febrero pasado, advirtiendo públicamente que estaban en la calle para derrocar el presidente Nicolás Maduro. Vivanco defendió así a un golpista confeso.

ALGO PARA RECORDAR

Son muchos los países de América Latina y el mundo víctimas del accionar de HRW. Vale recordar que el 30 de abril de 2009, la fiscalía que investigaba en Bolivia el intento de magnicidio contra el presidente Evo Morales y otros altos funcionarios del gobierno,-a cargo de un grupo de mercenarios extranjeros, dirigidos por el boliviano-húngaro Eduardo Rózsa Flores, identificó a Hugo Achá Melgar, representante de Human Rights, como cómplice de estos.

El fiscal Marcelo Sosa, director de investigaciones, señaló a Achá Melgar (alias Superman) junto a Alejandro Melgar como integrantes y financistas del complot. Desde Estados Unidos Achá rechazó estas acusaciones, pero reconoció varias reuniones con el jefe del grupo terrorista Rózsa Flores.

También entre agosto y septiembre, cuando se produjo la intentona golpista de los poderosos sectores económicos de la llamada Media Luna boliviana: Santa Cruz, Pando, Beni y de Tarija, que comenzó con el incendio de edificios, más de cien en pocas horas, luego con sabotajes petroleros también, Human Rights no tuvo empacho en acusar a Morales de violación de los derechos humanos, y del asesinato de indefensos campesinos en una carretera de Pando.

Pero una Comisión de Investigación de los Hechos, que envió Unasur, comprobó el asesinato y torturas de 20 campesinos simpatizantes de Evo Morales y un número similar de desaparecidos, a manos de policías y parapoliciales de la oposición bajo la responsabilidad del alcalde del lugar, el golpista Leopoldo Fernández. Vale la pena conocer la verdadera trayectoria de la "organización humanitaria".

*Destacada periodista argentina. Colaboradora de Prensa Latina.



 Tratto Da :

domenica 18 maggio 2014

Pensando ad Alessio l'internazionalista comunista che ci lasciò il 19 maggio 2011


Ciao Alessio sono già trascorsi tre anni da quel triste 19 maggio 2011, giorno in cui te ne sei andato.....sempre nella mia mente vivono le lunghe chiaccherate che facevamo nella mia stanza di lavoro al Ruthner, o ancor prima in quella tua e di Mirko....siiiiii eravamo catastrofici, sul futuro del nostro lavoro, sul futuro di Piombino, dell' Italia, dell' Europa....della sinistra italiana ( tu volevi un unico e combattivo partito comunista ), nei nostri discorsi quasi mai mancava Cuba, Palestina, Venezuela....o le rivoluzioni colorate che via via si affacciavano in Europa, di quelle eri informato nei minimi dettagli e spesso mi lasciavi dei “pappie” fotocopiati da leggere...Il disastro che noi prevedevamo e vedevamo avvicinarsi a passi lunghi, adesso è qua, si è arrivato, si tocca con mano, il problema è che dopo tanti anni di continuo lavaggio del cervello, di disinformazione, di abbandono della cultura, la maggioranza delle persone non si rendono conto che il loro futuro è cancellato, ....... sai, con Fabio, Massimo, Francesca, Elio,
Rosella,.... abbiamo fondato il circolo Bolivariano alta Maremma “Alessio Martelli, già riconosciuto dalle autorità Venezuelane, si lo abbiamo dedicato a te perchè sapevamo quanto ti piaceva quello che il comandante Hugo Chavez stava costruendo attraverso la rivoluzione Bolivariana. ...Volevo dirti che sto assillando il tuo babbo perchè venga con me nel prossimo viaggio che farò a Cuba, solo per fargli vivere il calore l'umanità e il colore del quartiere”Condado”, il più popolare di Santa Clara da dove con due passi si arriva anche il mausoleo del "CHE "dove è sepolto con tutti i guerriglieri di Bolivia e non solo, gli vorrei far conoscere compagni e compagne toste e  magari  portarlo alla struttura di Caimito perchè possa vedere i luoghi agricoli dove hai vissuto momenti indimenticabili quando facevi parte della Brigata internazionalista di lavoro volontario.
Anche con tua mamma, talvolta tramite e mail  ci scriviamo ricordando tempi migliori, qualche volta ci scambiamo qualche opinione in Fb, si quel Fb di cui ti parlavo, ma a te non interessava più di tanto, lo stesso che adesso ha rincoglionito tutti o quasi, tu non immagini quanti rivoluzionari appaiono dietro una tastiera !! ma tranquillo, quando c'è da metterci la faccia, scendere in strada e magari rischiare qualche manganellata
spariscono come per incanto.
Caro Ale, comprendevo il tuo malessere quando mi mi dicevi che eri nato in un contesto sociale sbagliato, che eri fuori tempo, tu pensa come può sentirsi oggi in questo letamaio un essere che ha vissuto attivamente nei fine '60 e '70 , ... ormai è un dato di fatto, per coloro che non si sono omologati al sistema dominante e non hanno perso principi, valori e dignità, vivere in questa Italia è impossibile, ci sono compagni che erano a noi vicini come "il Palla", "Beppe",..che con coraggio si sono avventurati per l'Europa alla ricerca di un futuro, non posso far altro che ammirarli e sperare che la sorte sia con loro., anche io spero presto di essere dall'altra parte del mondo, ma ovunque andrò, compagni veri come te, come Aldo Marco Rizzieri " il chitarrista comunista senza partito sepolto a Cienfuegos, o come Luciano Rossi sempre presente alle nostre riunioni e che voleva sempre l'abbonamento settimanale al "granma internacional " in lingua spagnola, o come Aldo Motta che in casa sua nei '90 ha visto  nascere e crescere l'internazionalismo verso Cuba ...si cari compagni vivrete sempre nel cassetto dei bei ricordi di questa vita,....cosa avevate di diverso ? Eravate Comunisti con la C maiuscola, ma soprattutto eravate belli dentro e questo dice tutto.

Tua madre in una lettera che inviò,mandò una foto e scrisse queste stupende parole:

.." voglio ringraziare te e tutti i compagni che a modo vostro continuate a ricordarlo. Sappiate che, anche se non sono presente, ho  sostenuto e condiviso comunque le vostre iniziative. Sono nata in una famiglia che ha sempre sentito e lottato contro le ingiustizie del mondo ed anche Alessio aveva nel sangue quella spinta naturale a schierarsi sempre dalla parte dei più deboli, dei più bisognosi e dei più oppressi. Quindi a lui veniva naturale nella vita di tutti i giorni mettere in atto questi ideali, già da prima di far parte di qualche associazione o di qualche partito. Per questo suo atteggiamento, sono sempre stata fiera di lui, forse molto più di quanto lui pensasse. Un ragazzo che non ha mai seguito le mode, non è mai caduto nel consumismo, è riuscito a vivere con poco senza mai chiedere niente in più. Ciò che è riuscito a realizzare nella sua breve vita, è stato tutto frutto del suo onesto lavoro, a noi genitori non ha mai chiesto niente . I suoi desideri erano lo studio, la conoscenza, la documentazione della storia e del mondo, ed una grande spinta a voler conoscere di prima persona come viveva la gente nel mondo. Ben lungi dalle vacanze di massa! Come poteva, ovunque andava,  aiutava chi vedeva in difficoltà. Ha sempre nutrito un affetto materno per i bambini e un grande rispetto per gli anziani. Ha preferito adottare anzichè mettere al mondo figli, poichè a suo avviso ce n'è troppi nel mondo che hanno tanto bisogno di essere accuditi. E' stato molti anni vicino ad un amico che soffriva di depressione e quando d'un tratto è successo a lui, nessuno di noi è stato capace di aiutarlo. E' troppo difficile.... non ne sappiamo ancora niente di questo male.... ma sono convinta che un mondo con delle solide basi fondate sul bene comune, sul rispetto reciproco, il vivere secondo natura, senza soprusi, senza prevaricazioni, senza sfruttamento e senza nessuna forma di razzismo.... porterà la nostra terra a rifiorire perchè di per sè sa essere generosa se la trattiamo bene. Come esseri umani non ci nobilita vivere "il falso benessere" imposto dalla società attuale. Solo quando non ci sarà più miseria e disperazione in nessun angolo della terra, potremo essere tutti felici veramente. E solo allora nessuno avrà più motivo di ammalarsi di depressione. Grazie Maurizio! grazie compagni! il lavoro è duro e lungo, cercate di non scoraggiarvi mai! anche se non mi vedete, sarò sempre con voi. Ora i miei figli siete tutti voi, Alessio vive in voi. Coraggio! Coraggio! Coraggio! Non perdete mai l'entusiasmo che vi anima perchè è la vostra vera ricchezza. " 

Se è possibile, faccio una richiesta. Quando commemorate Alessio, dedicategli, da parte mia la bellissima canzone di Celia (madre del Che) scritta e cantata da Vecchioni. Sempre se potete.
Ti mando un video per ricordartela


Un abbraccio sentito!!!
Annamaria
Video  canzone "Celia de Serna" di Roberto Vecchioni  :





































venerdì 16 maggio 2014

La realidad de la violencia promovida por la extrema derecha venezolana




Entre el 12 de febrero y el 8 de mayo de 2014, las acciones de violencia instigadas por los políticos de la ultraderecha venezolana, Leopoldo López (dirigente de Voluntad Popular), María Corina Machado (dirigente de Vente Venezuela) y Antonio Ledezma (Alcalde Metropolitano), -a partir de una operación hecha pública en rueda de prensa el 23 de enero, denominada “La Salida”, para derrocar al presidente constitucional Nicolás Maduro— han dejado un lamentable saldo de 42 personas fallecidas y 817 lesionadas.[i] La mayoría de los fallecidos y heridos ha sido por causa directa de las llamadas "guarimbas", promovidas por sectores de ultraderecha de la oposición. Las “guarimbas” son acciones de violencia focalizada –algunas de tipo claramente terrorista—, que han incluido desde quema de edificaciones y transportes públicos y de alimentos, cierre de calles con quema de basura y levantamiento de alcantarillas, hasta asesinatos con francotiradores, envenenamiento de embalses de agua y provocación de incendios forestales.
Desde el principio, estas acciones de violencia se han desarrollado en urbanizaciones de clase media de unos pocos municipios del país, en los que gobierna la oposición, reduciéndose muy rápidamente a menos del 1% de los 355 municipios. La ubicación y características de las acciones desmienten la versión de que se trata de revueltas populares y promovidas por estudiantes.

Las instituciones del Estado han ejercido una labor escrupulosa y eficaz, a través de los mecanismos que establecen la Constitución y las leyes, para controlar la violencia y preservar el orden. Medidas judiciales están siendo aplicadas con igual rigor a ciudadanos particulares y a miembros de los cuerpos
de seguridad del Estado. No es cierto que se esté desarrollando una política represiva. Contrario a las falsas acusaciones que han circulado en medios masivos de comunicación y que se han recogido, sin rigor, en algunos informes de organizaciones no gubernamentales –instrumentalizando el discurso de los derechos humanos—, las instituciones venezolanas han actuado de manera ejemplar desde el principio de estos acontecimientos, investigando y procesando todas las denuncias de presuntas violaciones de derechos humanos, fuesen presentadas ante la Fiscalía nacional o sólo en los medios de comunicación.

De los 42 fallecidos, 10 son funcionarios (varios de ellos asesinados por francotiradores, mientras cumplían con su deber), incluyendo una detective que fue asesinada por policías del municipio Chacao (controlada por un alcalde opositor), cuando detenía infraganti a un ciudadano para ser presentado ante los tribunales; además se cuentan 276 funcionarios heridos.[ii] El 8 de mayo de 2014 fue asesinado por un francotirador un funcionario de la Policía Nacional Bolivariana -el último fallecimiento para la fecha de este reporte-, mientras limpiaba escombros de barricadas y levantaban los llamados “campamentos” colocados en calles de la urbanización Los Palos Grandes, municipio Chacao, en el este caraqueño.[iii]

El presidente Nicolás Maduro denunció que los daños materiales han alcanzado la cifra de 15 mil millones de dólares. Esto incluye el ataque a 15 universidades del país.[iv]

Levantamiento de falsos “campamentos 
estudiantiles”:

El jueves 08 de mayo, el gobierno bolivariano, a través de un operativo llevado a cabo por la Policía Nacional Bolivariana y la Guardia Nacional, desmanteló reductos guarimberos que se camuflaron bajo el nombre de “campamentos de la libertad” y desde donde operadores de la ultraderecha intensificaron acciones de violencia contra la ciudadanía y bienes públicos, manteniendo en zozobra a habitantes de los municipios Baruta y Chacao (este de la capital), ambos gobernados por alcaldes de oposición al gobierno bolivariano.

En el operativo resultaron detenidas
preventivamente 243 personas, de las cuales sólo el 20% eran estudiantes. De éstas sólo a 11 se le dictaminaron medidas privativas de libertad debido a la gravedad de los cargos (porte ilícito de arma de fuego, agavillamiento, incitación a la desobediencia de las leyes, uso de adolescente para delinquir, obstrucción a la vía pública en grado de tentativa, daños violentos a la propiedad, tráfico en menor cuantía de drogas y detentación de sustancias incendiarias). 49 personas resultaron positivas en pruebas de drogas. En este sentido, se le solicitó al tribunal de control que 15 de los imputados fuesen sometidos a un tratamiento médico especializado que permita su plena recuperación en cuanto al consumo de drogas. [v]

Personas procesadas e investigaciones en curso:
De las personas aprehendidas infraganti y presentadas ante tribunales durante las llamadas guarimbas de los últimos 3 meses, sólo 7% (202) han sido sometidas a medidas privativas de libertad por la gravedad de sus cargos, lo cual contrasta con el discurso que pretende mostrar una política represiva de parte del gobierno venezolano. Las demás (93%) han recibido otro tipo de medidas, como régimen de presentación o han sido declaradas libres de cargos. Por otra parte, las investigaciones por denuncias de presuntas violaciones de derechos humanos de efectivos del orden, ya han derivado en la privación de libertad de 19 efectivos policiales, medidas cautelares para 3 funcionarios y 4 órdenes de aprehensión pendientes por ejecutar.

El ministro para Relaciones Interiores, Justicia y Paz, Miguel Rodríguez Torres, informó el viernes 2 de mayo que hasta la fecha 58 extranjeros habían sido detenidos por estar implicados en “acciones terroristas comandadas por grupos de ultraderecha”, casi todos implicados en el uso de armas.[vi] El Ministro denunció, en este sentido, el empleo de mercenarios para generar caos y las vinculaciones de estas personas con figuras internacionales que se oponen al gobierno democrático venezolano, como el ex presidente colombiano Álvaro Uribe. Torres señaló, además, a Yolanda Lara (de nacionalidad española) y José Fernández (de doble nacionalidad española-venezolana), presuntamente especialistas en la construcción de artefactos explosivos, aprehendidos en Yaracuy. El Ministro afirmó que los indicios apuntarían a que tenían previsto un plan de magnicidio contra el gobernador de Yaracuy, Julio León.[vii]  Destaca entre los mencionados por Torres, el caso del colombiano Gabriel Alejandro Reyes Beltrán, quien es solicitado en código rojo por la Interpol, acusado de narcotráfico, a solicitud del gobierno español. Beltrán operaba como co-organizador de las guarimbas y entrenador de los grupos violentos en el estado Táchira.[viii]

Por otra parte, 3 generales de la Aviación Militar fueron detenidos por su presunta vinculación con los planes de desestabilización de la ultraderecha venezolana. La denuncia fue realizada por jóvenes oficiales de la Fuerza Armada Nacional Bolivariana y hecha pública por el presidente Nicolás Maduro el 25 de marzo de 2014. Los tres generales, Oswaldo Hernández, José Machillanda y Carlos Millán, así como al capitán retirado de la Guardia Nacional, Juan Carlos Nieto, fueron entregados a las órdenes de los tribunales militares, acusados de los delitos de instigación a la rebelión y contra el decoro militar.[ix]  
 
Sobre españoles implicados en los hechos violentos:
El Ministerio Público ha informado que sólo 4 personas que tienen nacionalidad española permanecen detenidos por la gravedad de los cargos en su contra, entre los que se encuentran los ciudadanos Yolanda Lara y José Fernández. En todos los casos, el gobierno está coordinando su actuación con los consulados y la Embajada española en Venezuela, en orden a esclarecer los hechos y garantizar el mejor tratamiento posible, dentro del respeto a la legislación venezolana y a los acuerdos suscritos entre ambos países. Además, como lo ratificó el canciller español, José Manuel García Margallo, en declaraciones a periodistas durante una visita a Naciones Unidas las autoridades españolas están “en permanente contacto con ellos” a través de la Embajada y el cónsul.[x]

El Ministerio Público también verificó que el ciudadano español Wilmer Carballo, de 43 años, murió el 24 de febrero en el sector Fundación de Cagua, estado Aragua, tras recibir un disparo; este hecho está siendo investigado por el fiscal 32º del Ministerio Público de la Circunscripción Judicial de dicha entidad regional.
 
Los casos de Machado y López:
El 12 de mayo, el Tribunal Supremo de Justicia declaró improcedente la acción interpuesta por la ciudadana María Corina Machado, para que se ordenara la reincorporación al cargo que perdió como diputada en la Asamblea Nacional. La Sala Constitucional recordó su sentencia N° 207 del pasado 31 de marzo, en la que estableció que “Machado, al aceptar una representación alterna de otro país (que, adicionalmente, para ese momento se encontraba en una especialmente delicada situación diplomática con la República Bolivariana de Venezuela –ruptura de relaciones diplomáticas-), indistintamente a su tiempo de duración, ante un órgano internacional, pretendiendo obrar en su otrora condición de diputada, sin solicitar autorización al Presidente de la Asamblea Nacional y sin éste habérsela concedido, perdió, de pleno derecho, la investidura parlamentaria”.[xi]

En relación al ciudadano Leopoldo López, fue detenido el 18 de febrero preventivamente y de común acuerdo con él y sus familiares -con el acompañamiento del presidente de la Asamblea Nacional, Diosdado Cabello—, por sus responsabilidades en los hechos violentos del día 12 de febrero y, como lo reconoció en medios de comunicación su esposa Lilian Tintori, debido a las amenazas contra su vida.[xii] López está acusado de instigación a delinquir, intimidación pública, daños a la propiedad pública y homicidio intencional calificado ejecutado por motivos fútiles e innobles.

NOTAS
[1] Ascienden a 42 personas fallecidas y 817 lesionadas por hechos de violencia. YVKE Mundial, 9 de mayo de 2014.

[1] Resultados de las manifestaciones violentas. Febrero-mayo 2014. Ministerio Público, 8 de mayo de 2014.
http://www.mp.gob.ve/c/document_library/get_file?uuid=f79fd07a-72ec-4ad4-91e1-bcf00100b304&groupId=10136

[1] Rodríguez Torres: Armas, drogas y dinero fueron encontrados en campamentos desmantelados en Miranda. Ministerio de Justicia y Paz de Venezuela.
 http://www.mpprij.gob.ve/index.php/21-plus-new/348-rodriguez-torres-243-detenidos-en-levantamiento-de-campamento-violento-ubicado-en-chacao
Vea cómo reaccionaron los “estudiantes pacíficos” tras desalojo de campamentos. Ola Bolivariana, 9 de mayo de 2014.
http://www.olabolivariana.org.ve/difunde-la-verdad-2/vea-como-reaccionaron-los-estudiantes-pacificos-tras-desalojo-de-campamentos-fotos/#.U3EQwHd0Gig

[1] A más de 15 mil millones de dólares ascienden daños dejados por la violencia fascista. Agencia Venezolana de Noticias, 4 de abril de 2014.
http://www.avn.info.ve/contenido/destrozos-producto-violencia-fascista-ascienden-m%C3%A1s-15-mil-millones-d%C3%B3lares

[1] Ministerio Público logró privativa de libertad para 11 de las personas aprehendidas en campamentos en Chacao y Baruta. Ministerio Público, 10 de mayo de 2014. http://www.mp.gob.ve/web/guest/principal?p_p_id=101_INSTANCE_CZf9&p_p_lifecycle=0&p_p_state=maximized&p_p_mode=view&p_p_col_id=column-3&p_p_col_pos=1&p_p_col_count=2&_101_INSTANCE_CZf9_struts_action=%2Fasset_publisher%2Fview_content&_101_INSTANCE_CZf9_urlTitle=privados-de-libertad-11-de-las-personas-aprehendidas-en-campamentos-en-chacao-y-baruta&_101_INSTANCE_CZf9_type=content&redirect=%2Fweb%2Fguest

[1] Capturados 58 extranjeros implicados en plan de sedición contra Venezuela. Agencia Venezolana de Noticias, 2 de mayo de 2014.
 http://www.avn.info.ve/contenido/capturados-58-extranjeros-implicados-acciones-terroristas-ultraderecha
[1] 58 extranjeros implicados en plan de sedición contra Venezuela. Agencia Venezolana de Noticias, 2 de mayo de 2014.
http://www.avn.info.ve/contenido/capturados-58-extranjeros-implicados-plan-sedici%C3%B3n-contra-venezuela

[1] Uno de los 10 hombres más buscados por la Interpol fue capturado en guarimbas en Táchira. Correo del Orinoco, 2 de abril de 2014.
http://www.correodelorinoco.gob.ve/impacto/uno-10-hombres-mas-buscados-por-interpol-fue-capturado-guarimbas-tachira-d/
Estos son los 10 delincuentes más buscados por la Guardia Civil. Europapress, 31 de marzo de 2014.
http://www.europapress.es/nacional/noticia-publican-fotos-10-fugitivos-mas-buscados-ellos-mafioso-italiano-violador-cinco-asesinos-20140331122231.html

[1] Acusados de rebelión tres generales y un oficial retirado en Venezuela. El Mundo, 15 de abril de 2014
http://www.elmundo.es/internacional/2014/04/15/534d8271268e3ed82d8b457b.html

[1] España dice que sigue situación de sus ciudadanos detenidos en Venezuela. El Universal, 5 de mayo de 2014.
http://www.eluniversal.com/nacional-y-politica/protestas-en-venezuela/140505/espana-dice-que-sigue-situacion-de-sus-ciudadanos-detenidos-en-venezue

[1] Improcedente acción de amparo interpuesta por María Corina Machado contra Presidente de la AN. Tribunal Supremo de Justicia, 12 de mayo de 2014.
http://www.tsj.gov.ve/informacion/notasdeprensa/notasdeprensa.asp?codigo=11864

[1] Declaraciones de esposa de Leopoldo López, Lilian Tintori. Telesur/CNN, 18 de febrero de 2014.
http://www.youtube.com/watch?v=AArLbOwfvZw

Embajada de la República
Bolivariana de Venezuela
ante el Reino de España
Prensa y Comunicaciones
14 de Mayo de 2014

Embajada de la Repubblica 
de Venezuela en el Reino de Espana


mercoledì 14 maggio 2014

Mujica chiede a Obama la libertà per i Cinque.../Presentano in Francia un documentario sul caso dei cinque.../I leaders religiosi USA hanno chiamato Obama per....


 Mujica chiede a Obama la libertà per i Cinque e lo vede maturo per un cambiamento verso Cuba

Washington, 13 mag (Prensa Latina) Il presidente uruguaiano, Josè Mujica, ha chiesto ieri al suo omologo statunitense, Barack Obama, che faccia degli sforzi per la liberazione dei tre cubani del gruppo conosciuto come i Cinque che continuano come prigionieri politici negli USA. 
 
Mujica ha affermato che lui spera che gli USA migliorino le loro relazioni con paesi come Venezuela, Bolivia, Ecuador o Nicaragua, ma che non è una sua missione personale nella riunione con Obama. 
 
“Faccio quello che posso, io difendo tutti gli interessi del gruppo al quale appartengo, mi hanno aperto una porta e tento di entrare, ma non sono Dio. Sto tentando di fare diplomazia fino a dove si può”, ha affermato. 
 
Al principio della riunione, Obama ha detto che Mujica “ha una straordinaria credibilità in temi di democrazia e di diritti umani, dati i suoi forti valori e la sua storia personale, ed è un leader in questi temi in tutto l'emisfero.” 
 
Durante la conferenza stampa, il leader sud-americano ha inoltre affermato che il governo di Obama riunisce le condizioni per iniziare un processo di miglioramento nelle relazioni con Cuba. 
 
Washington e L'Avana non hanno relazioni diplomatiche dal 1961, mentre dieci amministrazioni nordamericane hanno mantenuto contro l'isola un bloqueo economico, commerciale e finanziario rifiutato dall'immensa maggioranza della comunità internazionale. 
 
I governi latinoamericani hanno esortato l'amministrazione democratica a risolvere la storica controversia con Cuba e sedersi al tavolo delle negoziazioni senza imposizioni. 
 
Il presidente dell'Uruguay oggi nel pomeriggio avrà un incontro col sottosegretario statunitense John Kerry, come parte della visita che effettua a questo paese.  
 
Previo al suo incontro con Kerry, il mandatario disserterà sulla realtà economica uruguaiana durante un incontro con dirigenti della Camera di Commercio degli Stati Uniti e rappresentanti dell'istituzione For American Progress. 
 
Come parte dell'agenda per questo martedì c’è anche un pranzo con autorità, congressisti, magistrati ed ambasciatori, oltre ad una conferenza ad universitari ed accademici. 
 
Il mandatario uruguaiano ha evitato di riferirsi alla legge uruguaiana che è entrata in vigore questo mese e che legalizza la vendita di marijuana sotto la supervisione dello Stato, una misura sulla quale parlerà giovedì presso l'Organizzazione di Stati Americani (OSA). 
 
Ig/lr

Presentano in Francia un documentario sul caso dei lottatori cubani contro il terrorismo

14 mag (Prensa Latina) "I Cinque: Obama e l'elezione
dell’ingiustizia" è il titolo di un documentario sul caso dei lottatori cubani contro il terrorismo condannati negli Stati Uniti, che è stato presentato presso la sede dell'organizzazione Francia Cuba.

Prodotto dall'associazione di solidarietà, con la regia del giornalista e scrittore Hernando Calvo Ospina, i 12-minuti di video contengono preziose testimonianze di personalità coinvolte nella lotta per la loro liberazione.

 "L'obiettivo è di sensibilizzare il pubblico francese per l'ingiustizia che è stata commessa con questi cubani, ed al tempo stesso lo traduciamo all’inglese, perché riteniamo che la battaglia più importante per i Cinque è negli Stati Uniti", ha detto il regista oggi a Prensa Latina.

Per la realizzazione del documentario, Calvo Ospina ha intervistato Ignacio Ramonet, ex direttore di Le Monde Diplomatique; al Vescovo Jacques Gaillot; allo scrittore Maurice Lemoine, che ha scritto un romanzo sull'argomento; nonché l'attivista Anny Arroyo ed al musicista a Sergent García.

"E' chiaro che ci troviamo davanti ad uno scandalo giudiziario internazionale, perché i lottatori cubani contro il terrorismo hanno dedicato parte della sua vita, con un enorme sacrificio, ad impedire gli attacchi contro il suo paese e queste persone sono state arrestate negli Stati Uniti e gli sono imposte severissime condannate," ha detto Ramonet.

Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Antonio Guerrero, Fernando González e René González sono stati arrestati nel 1998 e sottoposti ad un processo corrotto a Miami.
René e Fernando sono già tornati nella patria, dopo compiere completamente le loro condanne, ma gli altri tre rimangono nelle prigioni americane.

"Inizialmente l'idea del documentario era di intervistare cinque personaggi francesi, legati alla lotta per la liberazione di questi cubani, ma poi avevo capito che potevamo fare di più", ha detto Calvo Ospina.

In una visita a L'Avana, il regista è stato in grado di parlare anche con Rene e Fernando, nonché con Adriana Pérez ed Elizabeth Palmeiro, moglie di Gerardo Hernández e Ramón Labañino, rispettivamente.

"Credo che questo documentario mette le persone a riflettere sul caso dei lottatori cubani contro il terrorismo e l'ingiustizia che è stata commessa contro di loro", ha detto Calvo Ospina.

Ha aggiunto che la punizione contro i Cinque è una punizione ideologica e politica contro Cuba.

Alla premiere del documentario hanno partecipato membri del corpo diplomatico cubano accreditato nella Francia, intellettuali e membri di gruppi di solidarietà.

Lsp/car


Chiamano  Obama ad un’azione coraggiosa per le relazioni  con Cuba
I leaders religiosi statunitensi hanno chiamato  il presidente Barack Obama a realizzare un’azione esecutiva coraggiosa per migliorar le relazioni tra gli Stati Uniti e Cuba.
Una lettera indirizzata al presidente da vari leaders delle chiese cristiane, evangeliche, dal Consiglio Nazionale delle Chiese degli Stati Uniti, dalle chiese presbiteriane e altre congregazioni,  lo invita a stabilire conversazioni  immediate e in buona fede con Cuba.
Queste discussioni devono considerare le preoccupazioni dei cubani sulla politica di Washington, includendo la reclusione di tre membri restanti dei Cinque Cubani ingiustamente condannati per aver cercato d prevenire il terrorismo contro il loro paese.
Nel carceri degli USA sono sempre rinchiusi  Gerardo
Hernández, Ramón Labañino e Antonio Guerrero, ingiustamente condannati per aver cercato di prevenire le azioni di terrorismo contro l’Isola.  
René González e Fernando González, sono tornati a Cuba dopo aver scontato totalmente le loro ingiuste condanne, dopo un processo manipolato.
La lettera sottolinea che programmi come il progetto ZunZuneo sono inefficaci e sbagliati.
I dirigenti delle chiese degli Stati Uniti hanno chiamato ad aprire un dialogo ad alto livello per analizzare un’amplia gamma di temi, includendo quello dei Cinque e di  Alan Gross.
Inoltre  chiedono che si emettano licenze generali per permettere viaggi in tutte le categorie, che si elimini Cuba dalla lista dei paesi patrocinatori di terrorismo di Stato, un tema irritante e inutile in una relazione già tesa che toglie ogni credibilità alla lista nel suo insieme. ( Traduzione GM - Granma Int.)




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