giovedì 14 agosto 2014

Fidel e Chavez, due geni autenticamente popolari





Caracas, 13 ago (Prensa Latina) Fidel Castro e lo scomparso presidente venezuelano, Hugo Chavez, hanno oggi la profonda connessione di due geni, due leader genuinamente popolari, ha affermato il diplomatico cubano, German Sanchez.
Mentre Cuba celebra il compleanno del leader storico della sua Rivoluzione, Venezuela ricorda i legami che lo univano a Chavez.
Quando era solo un cadetto inesperto uscito dalle pianure venezuelane, Hugo ha sentito per la prima volta la voce dell’allora presidente cubano mentre ascoltava la radio durante una guardia, ha detto Sanchez a Prensa Latina.

“Era l'anno 1973 e Fidel parlava del golpe fascista in Cile a Salvador Allende, diceva che gli eventi si sarebbero sviluppati in un modo diverso se il popolo fosse stato armato per difendere il processo”.

Queste parole l'avevano penetrato in profondità e Chavez non le ha mai dimenticate. Poi ha scoperto poco a poco Fidel nella misura in cui si era sensibilizzato con questioni storiche e con la realtà dell'America Latina, ha rivelato il diplomatico.

In carcere, dopo la ribellione civile-militare del 4 febbraio 1992, ha letto “La historia me absolverà” ed ha trovato lì una lezione fondamentale sul ruolo storico di un leader, ha aggiunto l'autore del libro “Hugo Chavez y la resurreccion de un pueblo”.

“È stato assorbito anche nella lettura di 'Un grano de maiz', di Tomas Borges, ed ancora una volta hanno attirato la sua attenzione le parole di Fidel, che sosteneva che anche se dopo il crollo del campo socialista c'era una grande confusione nelle forze di sinistra, presto sarebbe venuta un’altra ondata di socialismo ed il mondo doveva prepararsi per quel momento”.

“L'idea era stimolante per Chavez perché sentiva che quell'ondata stava nascendo in Venezuela, anche se era necessario un salto gigantesco verso la Rivoluzione”, ha spiegato Sanchez.

“Con la sua sensibilità così bolivariana, ha scoperto in Fidel ed in Cuba un'espressione dei sogni liberatori degli eroi dell'indipendenza dell'America Latina”.

Così ha cercato nel Comandante cubano fonti nutrenti d'idee per interpretare la realtà e trovare nuove formule per il socialismo, ha considerato l'ex ambasciatore cubano a Caracas dal 1994 al 2009.

Quando Chavez è stato a L'Avana nel 1994, Fidel gli ha dato la sorpresa di aspettarlo nell'aeroporto e come più tardi ha raccontato il leader venezuelano,

da quel primo momento ha sentito uno sguardo che lo trapassava con la sua ampia capacità di penetrare l'anima delle persone attraverso gli occhi, ha ricordato Sanchez.

“Da quel momento, Fidel ha scommesso per Chavez, senza dubbio la grandezza di entrambi ha permesso loro di comprendersi e di aiutarsi a vicenda: bere dalla saggezza e dal potenziale dell'altro, e sempre mantenere il sostegno incondizionato”, ha concluso.

Ig/lvd/ifb



Prensa Latina rubrica in Italiano curata da Ida Garberi


mercoledì 13 agosto 2014

APPELLO : Una Norimberga per Israele




L’appello: una Norimberga per Israele chiuderà in settembre con la successiva consegna e certamente rimane uno strumento per fare delle nostre singole voci... un rombo se non altro fastidioso.
Per aderire inviare nome-cognome-professione-città-Stato a info@historiamagistra.it Appello-- una NORIMBERGA per ISRAELE
Noi accusiamo
Noi firmatari di questo Appello, sgomenti per gli avvenimenti in corso nella “Striscia di Gaza”, accusiamo i governanti attuali di Israele, che nei confronti del popolo palestinese stanno portando avanti una politica all’insegna dell’espansionismo coloniale, della pulizia etnica, del massacro; noi accusiamo i precedenti governanti dello Stato di Israele, i quali hanno avviato la spoliazione della terra, dei beni, della stessa memoria di un popolo vivente nella Palestina da millenni; noi accusiamo l’esercito israeliano, e tutti gli altri corpi armati di quello Stato, che fanno ricorso ai metodi più infami del colonialismo (quelli non a caso ereditati dal Terzo Reich), usano armi proibite dalle convenzioni internazionali, e si comportano come una forza coloniale di occupazione, trattando i palestinesi da esseri inferiori, da espellere, e quando possibile, con il minimo pretesto, da eliminare; noi accusiamo la classe politica, imprenditoriale e finanziaria degli
Stati Uniti d’America, senza il cui sostegno costante Israele non potrebbe neppure esistere, e che garantisce l’impunità di cui lo Stato israeliano gode; noi accusiamo governi e parlamenti degli Stati aderenti all’Unione Europea, e il Parlamento e la Commissione Europea, per complicità attiva o  passiva con l’espansionismo coloniale, la pulizia etnica, e massacri infertipopolo palestinese; noi accusiamo l’ONU per la sua incapacità di bloccare Israele, di fermare la sua arroganza, di applicare le sanzioni di condanna (ad oggi 73)  che nel corso degli anni sono state promulgate dal Consiglio di Sicurezza,  contro Israele, in particolare quelle che impongono il rientro di Israele nei  confini ante-1967 e il ritorno dei 700.000 profughi palestinesi;  noi accusiamo il sistema dei media occidentale, del tutto succube a Stati Uniti e Israele, che fornisce una volta di più una rappresentazione  falsa e addirittura rovesciata della realtà, presentando l’azione militare  israeliana come una “legittima difesa”, tutt’al più talora “sproporzionata”;  noi accusiamo il ceto intellettuale internazionale troppo sordo e lento  davanti al massacro in atto; noi accusiamo le autorità religiose del cristianesimo internazionale, a  partire dalla Chiesa di Roma, che non riescono a dire se non qualche flebile  parola “per la pace”, trascurando di dire chi sono le vittime e chi i carnefici; noi accusiamo la società israeliana nel suo complesso che, avvelenata dallo sciovinismo e dal razzismo, mostra indifferenza o peggio nei confronti   della tragedia del popolo palestinese e fa pesare una grave  minaccia sulla stessa minoranza araba;
mentre esprimiamo la nostra solidarietà e ammirazione per le personalità della cultura e cittadini e cittadine del mondo ebraico che, nonostante il clima di intimidazione, condannano le infamie inflitte al popolo palestinese, noi accusiamo i gruppi dirigenti delle Comunità israelitiche sparse per il mondo che spesso diventano complici del governo di Tel Aviv, il quale sta diventando la principale fonte di una nuova, preoccupante ondata di antisemitismo, che, nondimeno, noi respingiamo e condanniamo in modo categorico, in qualsiasi forma esso si presenti.
Esprimiamo il nostro più grande apprezzamento per quelle organizzazioni come la Rete “ECO (Ebrei contro l’occupazione), che svolgono il difficile ma fondamentale compito di dimostrare che non tutti gli ebrei condividono le scellerate politiche dei governi israeliani e lottano per la libertà del popolo palestinese.
Perciò noi chiediamo che il mondo si mobiliti contro Israele: non basta la pur importante e lodevole campagna BDS (“Boycott Disinvestment Sanctions”);
RITENIAMO CHE SI DEBBA PORTARE LO STATO DI
ISRAELE DAVANTI A UN TRIBUNALE SPECIALE INTERNAZIONALE PER LA DISTRUZIONE DELLA PALESTINA.
Non singoli esponenti militari o politici, ma un intero Stato, (e i suoi complici): il suo passato, il suo presente e il suo presumibile  futuro.
Se vogliamo salvare con il popolo palestinese, la giustizia e la verità, dobbiamo agire ora, fermando non solo il massacro a Gaza, ma il lento genocidio di un popolo.
Noi vogliamo lottare per la pacifica convivenza di arabi, ebrei, cristiani e cittadini di qualsiasi confessione religiosa o provenienza  etnica, respingendo le pretese di qualsiasi Stato “etnicamente puro”.





Noi chiediamo
UNA NORIMBERGA PER ISRAELE
  per firmare:  info@historiamagistra.it  (indicare: Nome – Cognome – Professione – Città – Stato)

  primi firmatari
  Angelo d’Orsi, ordinario di Storia del Pensiero politico,
  Università di Torino, Italia
  Domenico Losurdo, storico della filosofia, professore emerito,
  Università di Urbino, Italia
  Aldo Giannuli, storico, Università di Milano
  Gianni Vattimo, filosofo, professore emerito, già
  europarlamentare,Università di Torino, Italia
  Giulietto Chiesa, giornalista, già europarlamentare
  Piero Bevilacqua, ordinario di Storia contemporanea, Università  Sapienza, Roma, Italia
  Gian Mario Bravo, professore emerito, Università di Torino
  Georges Saro, professore di Italianistica, Parigi, Francia
  Paolo Favilli, docente universitario, Lugano, Svizzera
  Massimo Zucchetti, professore, Politecnico di Torino, Italia
  Stefano G. Azzarà, docente, Università di Urbino, Italia
  Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc Torino, ex deputato
  Dario Gemma, Assessore al lavoro della Provincia di Alessandria,
  Alessandria,   Forum Palestina...  e seguono centinaia e centinaia di firme.

Tratto da :

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