domenica 29 marzo 2015

Campagna Mondiale “Il Venezuela non è una minaccia: Siamo una Speranz



L’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela informa che è ancora in corso la raccolta firme per la Campagna Mondiale “Il Venezuela non è una minaccia: siamo una speranza”, promossa e organizzata in tutte le capitali del mondo con l’obiettivo di sostenere il Comunicato Ufficiale dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur), pubblicato lo scorso 14 marzo 2015, attraverso il quale l’organizzazione internazionale latinoamericana chiede l’abrogazione del Decreto Esecutivo emesso dal Governo degli Stati Uniti d’America il 9 marzo scorso, in cui una nazione storicamente pacifica come il Venezuela viene definita come una “minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti d’America”.

A Roma è possibile aderire alla Campagna recandosi presso uno dei seguenti punti di raccolta firme:
·         29 MARZO - PIAZZA DEL POPOLO (Lato Via del Corso) - Dalle ore 10.00 alle ore 19.00

·         30 MARZO - PIAZZA DEL POPOLO (Lato Via del Corso) - Dalle ore 10.00 alle ore 19.00

·         1 APRILE - PIAZZA DEL RISORGIMENTO - Dalle ore 10.00 alle ore 19.00

Tutti coloro che difendono la sovrana dignità dei popoli, che credono nella pace come mezzo adeguato per superare qualsiasi differenza tra gli stati e che si identificano pienamente con i principi universali da cui ha avuto origine l’Organizzazione delle Nazioni Unite, possono donare la propria firma per questa Campagna.

L’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela presso la Repubblica Italiana saluta cordialmente.

Il C.lo Bolivariano "Alessio Martelli" Piombino / Alta Maremma sta raccogliendo le firme presso le sedi PRC Piombino e Follonica
            

venerdì 27 marzo 2015

Quando si aggredisce il Venezuela, Cuba si sente ugualmente aggredita.


Il ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez è andato alcuni giorni fa a Caracas dove ha dichiarato "Sono venuto per esprimere l'infinita, completa ed assoluta solidarietà della Rivoluzione Cubana alla Rivoluzione Bolivariana. UNASUR da Quito condanna le azioni d'ingerenza degli USA e chiede a Obama di derogare l'ordine presidenziale contro il Venezuela.

"Sono venuto per esprimere l'infinta, completa ed assoluta solidarietà della Rivoluzione Cubana con la Rivoluzione Bolivariana, l'assoluta lealtà alla memoria del Comandante eterno Hugo Chávez Frías, il miglior amico della Rivoluzione Cubana. Quando si aggredisce il Venezuela, Cuba si sente ugualmente aggredita, così come tutta Nuestra America", ha indicato il ministro cubano Bruno Rodríguez Parrilla, arrivando in Venezuela.

Esprimendo il totale sostegno al popolo e al Governo venezuelano e la condanna alle misure unilaterali e d'ingerenza degli Stati Uniti contro la nazione Bolivariana, Rodríguez ha puntualizzato che alla vigilia di momenti così importanti nella regione, Cuba e il Venezuela restano sempre unite.

Il diplomatico ha sottolineato nelle sue dichiarazioni che si trova a Caracas anche per esprimere: "La nostra assoluta ed energica riprovazione per l'ordine esecutivo del Presidente degli Stati Uniti, che considera il Venezuela - in maniera arbitraria, infondata ed aggressiva - una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti ed applica misure unilaterali che sono una violazione del Diritto Internazionale. Sono venuto anche, ha aggiunto, a dire che i nostri collaboratori resteranno qui a lavorare con tutto lo sforzo e la normalità in qualsiasi circostanza che si presenterà in Venezuela e a Cuba, nella loro indistruttibile unità".

Bruno Rodríguez ha assicurato che gli Stati Uniti hanno provocato un grave danno all'ambiente emisferico alla vigilia del Vertice delle Americhe ed ha sostenuto che ci si deve chiedere con quale obiettivo. "Sono sicuro che l'America Latina e i Caraibi reagiranno con tutto il vigore e la fermezza contro le minacce al Venezuela".

"Spero che il Governo degli Stati Uniti comprenda che non si può maneggiare Cuba con la carota e il Venezuela con il bastone. Sono finiti i tempi del bastone e la carota, sono finiti i tempi di trattare l'America Latina e i Caraibi come il cortile posteriore degli Stati Uniti", ha indicato ancora il capo della diplomazia cubana.

"È imprescindibile un Vertice dell'ALBA urgente che, sono sicuro, si pronuncerà con assoluta fermezza e decisione in solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana, con l'Unione Civico - Militare che è fondamenta del processo bolivariano e Chavista", ha dichiarato il ministro Rodríguez, assicurando che si rinnoverà il nostro omaggio al Comandante Hugo Chávez Frías, che è nella nostra lotta quotidiana, che è la difesa degli interessi dei nostri popoli, che è far avanzare l'integrazione in America Latina e nei Caraibi".

L'UNASUR ha valutato

Nello stesso tempo a Quito, in Ecuador, i 12 ministri degli Esteri dell'Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR) si sono riuniti per valutare le azioni d'ingerenza promosse dal Governo degli Stati Uniti contro il Venezuela.

All'inizo della riunione straordinaria, il blocco d'integrazione ha ratificato la piena vigenza dei principi che sono alla base della formazione dell'organismo: mantenere la regione come zona di pace, rinforzare la democrazia e garantire i diritti umani nella regione, come ha segnalato il segretario generale di UNASUR, Ernesto Samper, all'inizio dell'incontro che si è svolto nella sede della segreteria generale del Blocco, nel complesso Mitad del Mundo, a 14 chilometri a nord di Quito.

Al termine della riunione della UNASUR, un testo firmato dai ministri degli Esteri degli Stati membri, sollecita la deroga del citato decreto esecutivo emesso dal Presidente Barack Obama lunedì 9 marzo, considerato "una minaccia dovuta all'ingerenza".

La dichiarazione è stata letta dal rappresentante dell'Uruguay, Rodolfo Nin Novoa (informa AFP).

Il presidente ecuadoriano Rafael Correa, ha definito vergognose le minacce al Governo bolivariano ed ha puntualizzato durante la sua abituale trasmissione del sabato, Enlace Ciudadano: "Come possono dire gli Stati Uniti che il Venezuela è un pericolo per la loro sicurezza nazionale? È una vergogna e poi hanno imposto sanzioni unilateralmente! Sino quando sopporteremo tutte queste cose?", ha esclamato (riportato da PL).

La leader della diplomazia del Venezuela, Delcy Rodríguez, che è giunta accompagnata dal suo pari ecuadoregno Ricardo Patiño alla sede della riunione straordinaria di UNASUR, è stata ricevuta con grida di approvazione per il presidente Nicolás Maduro e il Governo bolivariano, grida che si sono moltiplicate.

"Veniamo a ribadire la solidarietà con il Venezuela, perchè gli Stati Uniti non hanno il diritto d'immischiarsi nella politica interna di questo paese", ha commentato a Prensa Latina, Vladimir Mora, che lavora nella Gran Nacional Minera, impresa mista ecuadoregno-venezuelana e che come i suoi compagni di lavoro portava le bandiere dei due paesi.

I membri della Gioventù Comunista dell'Ecuador hanno gridato slogan di sostegno: «Maduro, seguro, a los yanquis dales duro».

Il Venezuela alza lo Scudo Bolivariano

"Con la realizzazione, da sabato 14 e per i successivi dieci giorni, dell'Esercitazione Militare "Scudo Nazionale", il Potere popolare e la Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB) hanno ratificato la loro volontà di vincere", ha segnalato il ministro alla Difesa del Venezuela, Vladimir Padrino López, offrendo una dichiarazione a Fuerte Tiuna, a Caracas, dove ha diretto la manovra civico-militare alla quale hanno partecipato 80.000 soldati e 20.000 civili.

Il ministro ha spiegato che questi sono esercizi che rinforzano la preparazione, identificano maggiormente il soldato nel suo impegno con la sua missione, con la sua volontà di vincere.

Alle esercitazioni hanno partecipato soldati, lavoratori, miliziani e portavoce comunitari, mobilitati dopo l'aggressione del governo degli Stati Uniti, il cui presidente Barack Obama ha firmato lo scorso lunedì 9 marzo, un ordine esecutivo che dichiara che il Venezuela è una minaccia straordinaria ed inusuale per la sicurezza nazionale e la politica estera statunitense.

Il titolare alla Difesa del Venezuela ha indicato che sono state attivate le sette Regioni Strategiche di Sviluppo Integrale - REDI - oltre alle 24 Zone di Sviluppo Integrale - ZODI - e le aree di difesa integrale, per mettere in marcia la strategia di difesa del popolo.

Padrino López ha precisato che l'Armata Bolivariana del Venezuela svilupperà le esercitazioni verso il Golfo del Venezuela, mentre la Fanteria della Marina parteciperà ad altre manovre a Puerto Cabello, nello Stato di Carabobo; altri militari saranno ad Amuay, Falcón e ad Apure.

Il Ministro ha spiegato che queste esercitazioni hanno l'obiettivo di potenziare la difesa integrale della nazione, come stabilisce l'Articolo 322 della Costituzione Nazionale, riferendosi al fatto che la sicurezza del paese è responsabilità dello Stato, ma la sua difesa corrisponde a tutti i venezuelani (ha puntualizzato a AVN).

"La difesa della Patria corrisponde a tutti i venezuelani e a loro si devono aggiungere l'impresa privata, le istituzioni pubbliche, tutte le istanze del Governo e dello Stato.

"Anche l'Articolo 326 parla della responsabilità nei temi della difesa della nazione", ha ricordato in una trasmissione della Venezolana de Televisión.

Il presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, martedì 11, ha convocato il popolo venezuelano a partecipare all'esercizio nazionale, lo Scudo Bolivariano, come meccanismo per definire i punti di difesa di fronte a qualsiasi aggressione statunitense contro il Venezuela.

La notte di sabato 14, dalla sede del ministero del Potere Popolare per la difesa, a Caracas, Maduro ha offerto un bilancio dell'esercizio ed ha informato che questo durerà sino al 28 marzo. Inoltre ha segnalato il lavoro che sta sviluppando la Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB) e ha detto: "Voglio fare i miei complimenti a tutti i soldati e le soldatesse della Patria venezuelana che oggi hanno dato un esempio di professionalità, di morale e d'amore per la nostra Patria e per il nostro popolo".

Domenica 15 l'Assemblea Nazionale si è riunita per il secondo dibattito sulla Legge Abilitante antimperialista presentata dal capo dello Stato, che gli darà poteri per preservare la pace e difendere la Patria venezuelana.

( Traduzione GM – Granma Int.)

Cubadebate | granma.cu

A Piombino il 26  marzo 2015 marzo Aleyda Guevara figlia  di Ernesto CHE Guevara  a ribadito in maniera chiara e esplicita che la fratellanza che lega Cuba e Venezuela non verrà mai meno,


www.resistenze.org


sabato 14 marzo 2015

Yankee Go Home - Flash Mob Roma domenica 15 marzo 2015



Cari amici del Venezuela,

in questi ultimi tempi si è intensificata la strategia mediatica di destabilizzazione del governo del Presidente Maduro, eletto dalla maggioranza dei venezuelani,  che ha la colpa di non favorire gli interessi storici degli Stati Uniti e dei loro complici venezuelani.

Dopo le proteste violente del 2014, che hanno causato decine di vittime ed il fallimento dell’ennesimo tentativo di colpo di Stato nel febbraio di quest'anno, il Presidente degli U.S.A., Barack Obama ha innescato una nuova campagna denigratoria internazionale dichiarando pubblicamente che il Venezuela “rappresenta una minaccia inusuale e straordinaria” per la maggiore potenza economico-militare del mondo decretando lo "Stato di Emergenza Nazionale".

Abbiamo assistito a manifestazioni violente e al bombardamento mediatico massivo contro il processo bolivariano.

Persino a Roma una decina di oppositori si è riunito in centro e, di fronte a più telecamere che manifestanti, hanno dichiarato falsità diffamanti per confondere l’opinione pubblica.

Tutto questo ha però suscitato l’indignazione di chi quella realtà la conosce bene e di quei popoli che vedono nel Venezuela un riferimento per le profonde trasformazioni sociali che, nonostante le grandi difficoltà ed il sabotaggio sistematico, stanno portando avanti per il beneficio di ampi settori della popolazione.

Persino le più importanti organizzazioni mondiali non possono negare i traguardi raggiunti (che anzi certificano), nel campo dei diritti, dell’economia, dei servizi, della qualità di vita… a scapito del personale beneficio di un ristretto gruppo di avidi profittatori che storicamente godevano di immensi privilegi sulla pelle di milioni di persone.

Si è pertanto dato vita ad una rete di solidarietà internazionale di sostegno al Venezuela, che denuncia l’ingerenza U.S.A. nella politica sovrana del paese latinoamericano e in appoggio al popolo di Bolivar, che sta organizzando manifestazioni in tutto il mondo ed ha indetto la data del 15 marzo come giornata di mobilitazione internazionale.

Gli amanti della pace, dei diritti, della giustizia, non possiamo assistere inermi ad una aggressione che rappresenta un attacco della sovranità dei popoli e ai valori di chi aspira ad un mondo giusto, equo e solidale.



Invitiamo pertanto tutti a partecipare al Flash mob che si realizzerà 



Domenica 15 Marzo 2015 

in Piazza di Spagna 

dalle ore 11 alle 12 



per manifestare la nostra solidarietà con il popolo venezuelano ed il legittimo governo della Repubblica bolivariana, 

come accadrà (e sta già accadendo) in tutto il mondo.



Partecipate e diffondete





venerdì 13 marzo 2015

Mujica ha assicurato che gli Stati Uniti si infiltrano dappertutto


Montevideo, 12 mar (Prensa Latina) L'ex presidente uruguaiano Josè Mujica ha detto oggi che non ha bisogno di prove dell'ingerenza statunitense in Venezuela perché gli Stati Uniti si infiltrano dappertutto. 

In dichiarazioni a Radio FM Gente, nella città di Maldonado, il senatore del governante Fronte Ampio ha precisato che la novità sarebbe che non si infiltrasse: mi sentirei stupefatto.  
  
Ha respinto, inoltre, le accuse che Venezuela sia una minaccia: se ci fossero problemi seri tra i due stati, ma da dove deducono che il Venezuela sia una minaccia per gli Stati Uniti? Ma siamo matti?, si è chiesto.  
  
Che gli Stati Uniti non ci diano fastidio, ha aggiunto. Chiunque che osservi la cartina geografica, per dire che il Venezuela può essere una minaccia deve essere un po’ matto.  
  
Mujica ha detto che il Venezuela ha dei problemi, ma ha esposto  che devono risolverli i venezuelani: ogni volta che si infiltrano da fuori, è peggio. Lasciamoli tranquilli, ha dichiarato.  
  
Venezuela, ha ricordato, ha una costituzione meravigliosa. La più audace di tutta l'America Latina. A noi conviene un Venezuela indipendente e coraggioso, ha concluso.  
  
Ig/jl


Da Prensa Latina In Italiano



giovedì 12 marzo 2015

VENEZUELA, LA PAURA DELL'ESEMPIO

 D Rete di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana :

Muro pintado en la ciudad de Caracas / Miguel Gutiérrez 

Questo appello è rivolto a tutte le persone

- che hanno a cuore la libertà e la giustizia sociale, un binomio inseparabile e un termometro di civiltà.

- che riconoscono il diritto inalienabile di un popolo a scegliere, in modo trasparente e consapevole, il cammino per realizzarle.

- che considerano insopportabile l'imposizione di guerra, esclusione e fame decisa da una porzione di privilegiati nei confronti della stragrande maggioranza degli esseri umani.

Con questo appello vogliamo:

- esprimere piena solidarietà al popolo venezuelano, che ha scelto la strada del socialismo, riconfermata dalle urne per oltre 15 anni attraverso elezioni legittime e trasparenti.

- Rifiutare con forza le sanzioni emesse dagli Stati uniti così come ogni altro tipo di ingerenza esterna nelle decisioni sovrane del paese

- Respingere la campagna di denigrazione che mira a dipingere un governo eletto dal popolo come “una dittatura” incurante dei diritti umani, e a presentare i tentativi violenti di rovesciarlo come “dimostrazioni pacifiche” contro un sistema totalitario.

- Denunciare il poderoso sabotaggio delle grandi imprese private all'economia del paese

- Suggerire alcune riflessioni in forma di semplici domande:
Si dice che in Venezuela c'è fame e penuria. Come si spiega allora che, sia la Fao che l'Oms, già nel 2012 hanno considerato il paese uno dei 4 dell'America latina in cui l'indice degli affamati è inferiore al 5%?
Si è detto che la causa delle devastazioni, degli incendi e delle manifestazioni scoppiate nel febbraio del 2014 fosse la carenza di prodotti basici. Perché allora non si sono verificati saccheggi di negozi e supermercati, frequenti quando c'è fame e penuria, ma azioni politiche organizzate e concepite per essere amplificate dai media?
L'Oms e altri organismi internazionali hanno riconosciuto che i progressi compiuti dal Venezuela nel campo della salute sono tra i più avanzati della regione. Perché l'opposizione dice che le violenze sono scoppiate per la “mancanza di medicine”?
Perché il centro delle proteste contro la “penuria” è stata la Plaza Altamira, un quartiere di classe media e agiata dove vive una maggioranza di abitanti di pelle bianca e non - come sarebbe stato logico - i quartieri poveri e di popolazione meticcia, visto che il Venezuela è il paese con maggior percentuale di afrodiscendenti del Sudamerica eccettuato il Brasile?
L'Unesco ha riconosciuto che il Venezuela è il quinto paese col maggior numero di matricole universitarie al mondo, che durante il socialismo ha registrato una crescita di oltre 800%. In oltre 15 anni non si ha memoria di una sola lotta del movimento studentesco per ottenere il diritto allo studio e alla gratuità dell'insegnamento universitario. Perché si sono visti studenti in abiti griffati marciare contro “le torture” e per “il cibo”?
E si potrebbe continuare, citando l'informazione manipolata che è giunta a spacciare per immagini delle proteste in Venezuela fotografie di torture e repressione provenienti invece dal Cile, dall'Europa o dalla Siria.
E si potrebbe continuare dando voce ai famigliari delle vittime delle “guarimbas” (tecniche di violenza di strada messe in atto dall'estrema destra durante le proteste), ai quali il Parlamento europeo non ha voluto concedere udienza.
E si potrebbe continuare...

Questo appello è rivolto a tutte le persone

-      che hanno a cuore libertà e giustizia

-      che riconoscono e difendono il diritto degli oppressi al proprio riscatto

-      e che non hanno paura di farsene contagiare




Hacia el II Encuentro Italiano de Solidaridad con la Revolución Bolivariana
Napoli - 10-12 Abril 2015

Verso il II Incontro Italiano di Solidarietà con la
Rivoluzione Bolivariana
Napoli - 10-12 Aprile 2015

sabato 7 marzo 2015

Cuba ratifica il suo appoggio assoluto al Venezuela

Il Primo Vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha partecipato alle cerimonie commemorative nel secondo anniversario della scomparsa fisica del leader bolivariano Hugo Chávez Photo: Omara García (AIN)
Il Primo Vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha partecipato alle cerimonie commemorative nel secondo anniversario della scomparsa fisica del leader bolivariano Hugo Chávez, e parteciperà al IX Vertice Straordinario Petrocaribe

Caracas- “L’appoggio al Venezuela sarà sempre presente e per questo Cuba ratifica che continua ad essere un’amica sincera della Rivoluzione Bolivariana”, ha assicurato ieri, giovedì 5, il Primo Vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, giungendo nella nazione sudamericana.

In una breve dichiarazione alla stampa nell’Aereoporto Internazionale di Maiquetía, in questa capitale, il membro del Burò Politico del PCC ha espresso l’appoggio assoluto della più grande delle Antille, nel momento attuale che vive il Venezuela, alla sua Rivoluzione Bolivariana e al suo legittimo presidente Nicolás Maduro.
Díaz-Canel ha partecipato alle cerimonie commemorative per il secondo anniversario della scomparsa fisica del leader bolivariano Hugo Chávez nella Caserma della Montagna dove riposano le sue spoglie.
Del Comandante venezuelano ha detto che: “La sua morte non è una verità, perchè continuerà a vivere e dovremo sempre ricordarlo con risultati positivi nei processi sociali e rivoluzionari”.
Il Primo Vicepresidente ha annunciato che rappresenta Cuba nel Vertice Straordinario di Petrocaribe.
“Un gesto altamente altruista”, ha detto, del Venezuela che mostra la sua disponibilità di mantenere Petrocaribe nonostante la situazione di guerra economica che affronta”.
È un progetto umanista, sociale e solidale che abbandona ogni vanità e che dimostra che un mondo migliore è possibile quando si convive con una prospettiva solidale”.
Díaz-Canel è tao ricevuto dal Vicepresidente per la Pianificazione e la Conoscenza e ministro del Potere Popolare per la Pianificazione del governo bolivariano, Ricardo Menéndez.
La delegazione cubana è formata dal ministro di Energia e Miniere, Alfredo López e dai viceministri delle Relazioni Estere e del Commercio Estero, Rogelio Sierra Díaz e Roberto López, rispettivamente.
Dalla sua creazione nel 2005, Petrocaribe ha somministrato più di 300 milioni di barili di petrolio ai suoi paesi membri, e questo ha permesso di disporre di risorse per ridurre la povertà, fomentare lo sviluppo e costruire società più giuste, in una congiuntura internazionale particolarmente avversa.
( Traduzione GM – Granma Int.)

venerdì 6 marzo 2015

Hugo Chavez ed un amore popolare coniugato al presente


Ibis Frade*   
  
Il governatore dello stato venezuelano di Barinas, Adan Chavez, parla di suo fratello come se fosse vivo; in conversazioni personali o in allocuzioni pubbliche lo menziona al presente, come se fosse impossibile definire Hugo Chavez con un verbo in passato.

Anche il presidente della Repubblica, Nicolas Maduro, i membri del gabinetto ministeriale e molti venezuelani per le strade lo nominano al presente ed affettuosamente “il mio Comandante”.
  
Per la giornalista dell'Agenzia Venezuelana di Notizie, Janeth Zarramera, “Chavez è riuscito ad arrivare nei cuori perché era come noi, utilizzava le stesse frasi della gente per strada, a volte veniva da un viaggio per il mondo e lo raccontava come se stesse parlando con un parente”.
  
Dario Marcano, un giovane venezuelano che studia Comunicazione Sociale a Cuba, crede che “diceva le cose chiare come piacciono al popolo”.
  
“Era molto umile, aveva carattere per esprimere quello che pensava in forma diretta e questo piaceva molto”, ha osservato.

Dal quartiere del 23 di gennaio, Haydee Valero, casalinga di 56 anni, parla di lui con gratitudine: Grazie a Chavez oggi so scrivere il mio nome, posso leggere, sono una persona più preparata e continuo a studiare. Prima nessuno si preoccupava di noi, come vivevamo, che cosa necessitavamo..., ha ricordato.
  
Hugo Chavez è un altro Simon Bolívar, non potremo dimenticarlo mai, col suo carisma ha stregato il popolo del Venezuela e di altri paesi, ha aiutato perfino gli abitanti del Bronx, ha detto con orgoglio Ruben Alvarado, lavoratore di Vive TV.  

Stimolare la produzione di un pensiero alternativo e fare le strade per la costruzione di un mondo differente era una delle ossessioni del presidente scomparso, ha puntualizzato la coordinatrice della Rete di Intellettuali ed Artisti in Difesa dell'Umanità, Carmen Bohorquez.
  
Dopo la morte del leader sono venuti tempi difficili, ricorda il Governatore di Barinas, per questo motivo sempre facciamo appelli per continuare le sue idee e raccomandazioni in differenti temi: possono lanciare molte luci nella situazione attuale.  

Chavez è un leader spirituale per la forza rivoluzionaria, la sua predica e pratica quotidiana sono stati i pilastri di questo processo socialista, riscattò una parte della storia di questo paese ed ha reso visibili i dimenticati, i più umili.  

Da quando arrivò al potere nel 1999 sono cominciate le aggressioni mediatiche e le ingiurie, gli attacchi personali; dal momento non potevano fare nulla contro la sua opera, volevano screditarlo ed non lo hanno ottenuto, ha assicurato suo fratello.  

Il diplomatico cubano German Sanchez, giorni dopo la morte di Chavez il 5 marzo 2013, tentando di cercare una forma per mantenerlo vivo e sentirlo di nuovo presente, ha deciso di scrivere un libro.  

Così nacque “Hugo Chavez e la resurrezione di un popolo” per trattare di svelare cosa c'è dietro questo uomo, che sentimenti lo muovevano, chi era prima di vincere le elezioni presidenziali in dicembre del 1998.  

Voleva narrare la vita del leader ma come era l'essere umano che canta, dipinge, gioca a baseball e si diverte raccontando storie, cosa che faceva eccezionalmente bene, ha detto chi è stato ambasciatore cubano in questa nazione per 15 anni.  

La nascita di Chavez come leader nella ribellione civico-militare del 4 febbraio 1992, l'infanzia di questo bambino ribelle, leale e con molto amore da dare, ed il suo comportamento esemplare che riusciva a muovere gli altri all'azione, occupano varie pagine del libro, ha segnalato il suo autore.  

Secondo lui, Fidel Castro e Hugo Chavez possiedono oggi la connessione profonda di due geni, due leader autenticamente popolari.  

Quando era solo un cadetto appena uscito delle pianure venezuelane, Hugo ha ascoltato per la prima volta la voce dell'allora mandatario cubano mentre ascoltava la radio in una guardia, ha raccontato Sanchez a Prensa Latina.  

Era l'anno 1973 e Fidel parlava del golpe fascista in Cile a Salvatore Allende; diceva che gli eventi si sarebbero sviluppati diversamente se il paese fosse stato armato per difendere il processo.  

Queste parole l’hanno colpito profondamente e Chavez non le ha mai dimenticate. Quindi scoprì a poco a poco Fidel nella misura che fu sensibilizzandosi coi temi storici e la realtà dell'America Latina, rivelò il diplomatico.  

Nel carcere, dopo la ribellione civico-militare del 4 febbraio 1992, ha letto “La storia mi assolverà” e trovò lì una lezione essenziale sul ruolo storico di un leader, ha aggiunto Sanchez.  

Con quella sua sensibilità tanto bolivariana, scoprì in Fidel un'espressione dei sogni liberatori degli eminenti dell'indipendenza latinoamericana.  

Per questo motivo cercò nel Comandante cubano fonti nutritive di idee per interpretare la realtà e trovare formule nuove per il socialismo, ha affermato.
  
Secondo le parole dello stesso Fidel, giorni dopo la morte di Chavez: Neanche lui stesso sospettava quanto era grande.
  
Nella sua ultima allocuzione, salutando il suo popolo prima di andare verso L'Avana ad operarsi, Chavez ha detto: Spero in poche settimane di stare nella partita di baseball che ci devono a Forte Tiuna, e nuovamente stare percorrendo le strade amate della patria, i campi prediletti del Venezuela.  

E di una certa forma ha mantenuto la sua parola: Chavez vive, dice il suo popolo nelle manifestazioni in appoggio al Governo ed in molti luoghi di questa geografia, come afferma la canzone: Nessuno pensa che è andato via, fu un momento alla messa. E ritorna con Sandino, col Che, Martì e Bolivar.  
  
*corrispondente di Prensa Latina in Venezuela

Da prensa latina in italiano



mercoledì 4 marzo 2015

Chomsky : "Israel è uno Stato aggressivo" / Chomsky: "Israel es un Estado agresivo"

Noam Chomsky fue invitado al canal de noticias independiente Democracy Now 

Il riconosciuto  linguista ed analista politico Noam Chomsky è stato invitato al canale di notizie indipendente Democracy Now, ha analizzato la visita ufficiale del primo ministro israeliano, Benjamín Netanyahu, negli USA, così come il suo discorso davanti al Congresso questo martedì.

 Di seguito presentiamo loro le dichiarazioni chiave di Chomsky.

L'obiettivo principale della visita di Netanyahu è "scavare qualunque potenziale negoziazione che potrebbe risolvere qualunque problema esistente con l'Iran", commentò l'analista nell'emissione dal portale 'Democracy Now.' Ugualmente Chomsky enfatizzò che l'Iran sta sviluppando armi nucleari solo per la sua difesa ed il suo programma nucleare che ha un carattere puramente pacifico.

Sappiate di più sopra il programma nucleare dell'Irán
programa nuclear de Irán

Netanyahu vuole evitare che l'Iran acquisisca questo tipo di armi "perché non vuole avere nessun impedimento nella regione. È molto semplice. Se un Stato è aggressivo e violento quello che vuole è ricorrere alla forza senza limiti. Non vuole che nessuno glielo ostacoli", accentuò.

LEGGETE ANCHE:  I documenti del Mossad dimostrano che Netanyahu è un fanatico del bellicismo
 Los documentos del Mosad demuestran que Netanyahu es un fanático del belicismo

Un aspetto sorprendente di questo è l'ipocrisia.Israele ha probabilmente armi nucleari da 50 o 40 anni. Secondo le stime, ha 100 o 200 armi nucleari. È un Stato aggressivo. Israele ha invaso il Libano cinque volte. Il paese continua l'occupazione illegale e ha commesso attacchi brutali nella Frangia di Gaza questa estate. E ha armi nucleari", osservò

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Chomsky: "Israel es un Estado agresivo”


El reconocido lingüista y analista político Noam Chomsky fue invitado al canal de noticias independiente Democracy Now y analizó la visita oficial del primer ministro israelí, Benjamín Netanyahu, a EE.UU., así como su discurso ante el Congreso este martes. A continuación les presentamos las declaraciones clave de Chomsky.

El objetivo principal de la visita de Netanyahu es "socavar cualquier potencial negociación que pudiera solucionar cualquier problema existente con Irán", comentó el analista en la emisión del portal 'Democracy Now'.
Chomsky asimismo enfatizó que Irán está desarrollando armas nucleares solo para su defensa y su programa nuclear tiene un carácter puramente pacífico.

SEPA MÁS sobre el programa nuclear de Irán

Netanyahu quiere evitar que Irán adquiera este tipo de armas "porque no quiere tener ningún impedimento en la región. Es muy simple. Si un Estado es agresivo y violento lo que quiere es recurrir a la fuerza sin límites. No quiere que nadie se lo impida", acentuó.

"Un aspecto sorprendente de esto es la hipocresía. Israel tiene armas nucleares probablemente desde hace 50 o 40 años. Según las estimaciones, tienen 100 o 200 armas nucleares. Es un Estado agresivo. Israel ha invadido el Líbano cinco veces. El país continúa la ocupación ilegal y ha cometido ataques brutales en la Franja de Gaza este verano. Y tiene armas nucleares", advirtió.

Tratto da Resumenlatinoamericano

Gazzetta ufficiale venezuelana pubblica risoluzione su visto degli statunitensi



Caracas, 3 mar (Prensa Latina) La Gazzetta Ufficiale del Venezuela ha pubblicato in un'edizione speciale la risoluzione che esclude gli Stati Uniti dall'elenco di paesi che possono entrare nel paese sud americano senza visto nei passaporti ordinari.

Il documento è stato concepito in maniera congiunta dai ministeri di Relazioni Interne, Giustizia e Pace e di Relazioni Esterne, precisa il numero 6.177 di questa pubblicazione con data 28 febbraio.  
  
La risoluzione ufficializza l'annuncio di venerdì scorso del presidente del paese, Nicolas Maduro rispetto a che ogni cittadino statunitense che viaggi in Venezuela dovrà avere un visto emesso dal Governo venezuelano.  
  
Un'altra disposizione congiunta di entrambi i ministeri inserita nella Gazzetta Ufficiale proibisce il conferimento di qualunque tipo di visto e pertanto l'entrata in territorio del Venezuela a George W. Bush, Dick Cheney, George Tenet, Marco Rubio, Bob Menendez, Mario Diaz Balart ed Ileana Ros Lehtinen.  
  
La decisione governativa istruisce le missioni diplomatiche e consolari venezuelane accreditate all'estero ed alle autorità migratorie nei porti, aeroporti e porti confinanti a non emettere questa documentazione a questi cittadini per garantire il compimento della misura.  
  
Oltre a quelle menzionate, Maduro ha ordinato venerdì scorso di procedere d’accordo con la Convenzione di Vienna per rivedere, ridurre, adeguare e limitare il numero di funzionari statunitensi nel paese sud-americano. Loro hanno qui 100 funzionari, noi ne abbiamo là 17, bisogna avere dei termini ugualitari, ha precisato.  
  
Il capo di Stato ha disposto inoltre che i funzionari statunitensi qui si dirigano anche per la Convenzione di Vienna, nel senso di rispettare le leggi e regolamenti dello Stato ricevente ed astenersi da interferire nei suoi temi interni.  
  
I funzionari statunitensi dovranno possedere il documento legale richiesto e pagare lo stesso quantitativo in dollari che i venezuelani pagano quando vogliono entrare negli Stati Uniti.  
  
Tutte queste misure cercano di mettere dei limiti alle relazioni con gli Stati Uniti ed evitare la cospirazione contro il paese sud-americano, nella quale partecipa Washington fuori dalle vie costituzionali, ha aggiunto.  
  
La Cancelliera del paese, Delcy Rodriguez, ha dichiarato che le misure diplomatiche contro Washington annunciate dal Presidente si adattano al Diritto Internazionale e rispondono anche al curriculum di ingerenza di Washington contro Caracas.  
  
Ig/apb

Da Prensa Latina on line in Italiano